La dieta amica della memoria

Al giorno d’oggi può risultare ostico capire cosa mangiare!

La crescita esponenziale del numero di diete a disposizione e  l’elevato numero di integratori e superfood esistenti in commercio può essere causa di confusione e disorientamento.

E con l’avanzare dell’età, diventa sempre più complessa la scelta di una dieta equilibrata, sana e che aiuti a ridurre al minimo il rischio di ipertensione, obesità e diabete.
Infatti queste sono tutte problematiche che influenzano negativamente sulla funzione cerebrale aumentando il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o altre condizioni cerebrali patologiche.
Tuttavia la ricerca ci ha fornito la possibilità di aggrapparci ad alcuni cibi, la cui funzionalità in una dieta equilibrata e sana è confermata da innumerevoli studi ed avvallata dalla comunità scientifica.

Andiamo al sodo:

Il pesce

Alimento che l’American Heart Association raccomanda di mangiare almeno due volte alla settimana perché contiene acidi grassi omega-3, la cui carenza nell’organismo può sfociare in un declino cognitivo ed allo sviluppo del cosiddetto “MA preclinico”(dove MA sta per morbo di Alzheimer) cioè una serie di cambiamenti cerebrali, tipici della demenza, che però compaiono diversi anni prima dell’ effettiva diagnosi di Alzheimer.
Ricchi di omega-3 sono il pesce azzurro, il salmone selvaggio, il tonno e le sardine.
Un salutare consumo di pesce aumenta inoltre anche la presenza di vitamina D, risorsa importante per rallentare e combattere l’avvicinarsi di demenza o anche Parkinson.

Rimanendo in ambito marittimo, anche le vongole, le cozze e le ostriche sono cibi amici contro l’Alzheimer; contengono infatti la vitamina B12, che favorisce il mantenimento di una memoria fresca ed attiva. Secondo l’Oxford Project to Investigate Memory and Aging gli adulti con bassi livelli di vitamina B12 hanno un rischio di Alzheimer quattro volte maggiore rispetto agli altri. Insomma, uno spaghetto allo scoglio una volta ogni tanto, forse anche di più, aiuta a prevenire l’Alzheimer.

i cibi dell’entroterra

Facciamo un salto verso l’entroterra, dove scopriamo che anche le bacche sono ricche di proprietà benefiche. Lamponi, fragole, mirtilli ed altri frutti di bosco, oltre a contenere elementi antiossidanti ed antinfiammatori,  possono infatti diminuire la comparsa di cambiamenti proteici tossici correlati all’Alzheimer e ridurre i segni da stress ossidativo( una situazione, legata all’età, che porta al rilascio di composti tossici che, accumulandosi, danneggiano il cervello portando a forme di demenza).

Le erbe verdi tipiche della dieta mediterranea non sono da meno! Essendo ricche di antiossidanti e di sostanze chimiche antinfiammatorie, sono responsabili del rallentamento nello sviluppo della patologia dell’Alzheimer e dell’accumulo di proteine tossiche per le cellule cerebrali. Il prezzemolo, le verdure a foglia verde scuro e gli steli legnosi degli asparagi contengono acido folico, la cui presenza nelle giuste quantità migliora le funzioni cognitive e diminuisce il rischio di sviluppare l’Alzheimer.

La barbabietola è un altro alleato con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie: grazie alla presenza di nitrati, aumenta la quantità di ossido nitrico del corpo che  rilassa i vasi sanguigni con conseguente abbassamento della pressione sanguigna, un vantaggio che è stato associato al consumo di succo di barbabietola.

I legumi sono stati sotto i riflettori nel 2016 come le star dell’anno, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). In effetti, il 2016 è stato “L’anno dei legumi”. Un consumo insufficiente di legumi è già stato correlato al declino cognitivo in uno studio cinese. Anche se le prove non sono incontestabili sulla questione della prevenzione del declino cognitivo, ci sono buoni motivi per consumarli.

condimenti e bevande

L’olio e il vino, protagonisti della dieta mediterranea, sono altresì alleati del buon funzionamento del cuore e del cervello. Il primo, se consumato con moderazione e se di buona qualità, grazie ad una sua componente chiamata oleocantale è ritenuto in grado di impedire a una proteina tossica di legarsi ai nervi del cervello nelle prime fasi dello sviluppo dell’Alzheimer.
I benefici del vino rosso, ben noti da tempo da noi italiani e dai francesi, raggiungono anche la difesa contro l’Alzheimer: il resveratrolo, una componente del vino, diminuisce il pericoloso accumulo di placche nel cervello.

Le noci e la frutta secca

Le noci, ma in generale tutta la frutta secca, si riveleranno un’arma vincente per allontanare il declino cognitivo. Uno studio pubblicato nel Journal of Alzheimer’s Disease indica che una dieta che comprende noci può avere un effetto benefico nel ridurre il rischio, ritardare l’insorgenza, rallentare la progressione, o prevenire, l’Alzheimer. La ricerca guidata da Abha Chauhan, direttore del laboratorio di neuroscienze dello Sviluppo al New York State Institute for Basic Research in Developmental Disabilities, ha riscontrato un miglioramento nella memoria, nell’apprendimento e nella riduzione dell’ansia nei topi sottoposti all’esperimento, che erano stati sottoposti ad una dieta arricchita di noci.
Secondo i ricercatori l’alto contenuto antiossidante delle noci potrebbe essere un fattore che contribuisce a proteggere il cervello dalla degenerazione tipica dell’Alzheimer.

Carne rossa, si o no?

Il consumo di carne rossa è sul banco degli imputati ormai da lungo tempo. Alcuni studi consigliano di eliminarne il consumo mentre altri suggeriscono che potrebbe avere anche effetti benefici, sia sulle attività cerebrali che sull’intero organismo. Di certo un consumo esagerato di carne rossa è provato aumentare il rischio di numerose patologie tra cui anche quelle legate alla demenza.

Perciò una volta ogni tanto va bene mangiare una bella bistecca o della carne alla griglia, ma i giorni successivi è bene equilibrare con dei pasti a base di pesce, legumi, frutta secca, noci….

Una dieta ricca, varia e con la presenza dei cibi di cui abbiamo parlato potrà sicura aiutare noi e i nostri cari a prevenire l’Alzheimer e vivere una vita più attiva e sana. Qui di seguito i link delle fonti da cui sono state tratti questi suggerimenti.

https://www.soscuisine.com/blog/8-migliori-alimenti-prevenire-lalzheimer/?lang=it&wp-page=4

https://www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mondo/esperienze-e-opinioni/8305-ci-sono-cibi-che-riducono-il-rischio-di-alzheimer

https://www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mondo/esperienze-e-opinioni/2585-10-cibi-essenziali-che-aiutano-a-prevenire-lalzheimer

Curare le relazioni con gli altri

Avere una buona rete sociale e percepire il sostegno degli altri sono considerati da tempo risorse importanti per il mantenimento del benessere e della salute mentale, nelle avversità e nella vita in generale. Studi recenti hanno dimostrato che uno stile di vita socialmente ricco ha un effetto protettivo anche rispetto al deterioramento cognitivo.

Essere socialmente attivo fa bene.

Continua a leggere

Mantenere la mente attiva

Fino a poco tempo fa si riteneva che il cervello dell’adulto diventasse un organo rigido e immodificabile, destinato solo a degenerare progressivamente, le più recenti acquisizioni ci dicono, invece, che il nostro cervello è plastico, conserva la capacità di modificarsi anche nell’età adulta.

Continua a leggere

Fare movimento

L’attività fisica svolge un ruolo protettivo rispetto al deterioramento cognitivo. Migliora la circolazione sanguigna cerebrale e sembra favorire la formazione di nuove cellule e di collegamenti nervosi. Chi ha più di sessant’anni dovrebbe fare almeno 150 minuti a settimana di movimento aerobico di moderata intensità, come ad esempio camminare all’aria aperta a passo svelto per 30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana. Per stare ancora meglio, si può passare a 300 minuti a settimana! Lo dice l’organizzazione Mondiale della Sanità che fissa i livelli minimi di movimento da fare per stare in salute.

Continua a leggere