JOHN KENNEDY VIENE ASSASSINATO A DALLAS

È Don Gardner della ABC Radio network a informare la nazione, un’ora dopo, del dramma che si è consumato a Dallas nella tarda mattinata di venerdì 22 novembre 1963. Il presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy, e il governatore del Texas, John Connally (quest’ultimo, ferito gravemente, se la caverà), sono rimasti vittime di un attentato, nel corso di una visita ufficiale in vista delle prossime elezioni. Poco prima delle tre del pomeriggio arriva la notizia della morte di Kennedy.

Al passaggio del corteo presidenziale nell’affollatissima Dealey Plaza sono stati uditi tre spari, forse quattro, per alcuni testimoni provenienti da una collinetta erbosa sul lato della strada, per altri dal deposito di libri della Texas School. È qui che al sesto piano, nascosto tra gli scatoloni, gli agenti trovano un fucile modello Carcano 91 e, in corrispondenza di una finestra affacciata sul luogo dell’attentato, due bossoli. In quel momento, risulta assente ingiustificato dal posto di lavoro l’operaio Lee Harvey Oswald, fermato più tardi in un cinema, perché sospettato di aver ucciso un poliziotto nelle ore successive all’attentato. Dagli archivi del FBI spunta un fascicolo su di lui: ex marine, trasferitosi in Unione Sovietica e da lì ritornato negli USA, sposato a una donna russa, è sotto osservazione da tempo per le sue idee marxiste. Le impronte trovate sull’arma, compatibili con le sue, sembrano incastrarlo definitivamente, anche se Oswald si dichiara un «capro espiatorio». Non arriverà a dimostrare la sua tesi al processo: due giorni dopo l’attentato, durante il trasferimento alla prigione della contea, verrà assassinato da Jack Ruby, un gestore di night club vicino ad ambienti di potere legati alla mafia, che una perizia medica dichiarerà affetto da turbe psichiche.

Una verità storica è che con la morte di Kennedy, la cui rielezione era data per certa, si chiuderà un’epoca di nuovi e importanti cambiamenti sul piano della politica estera e di quella interna. Dal punto di vista mediatico l’assassinio di Dallas, seguito da una diretta non-stop per quattro giorni, segnò un primato nella storia televisiva, superato soltanto nel 2001 da quella successiva all’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York.

NASCITA UNIONE EUROPEA

Il 1° novembre 1993 nasce l’Unione Europea.

Con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht inizia un percorso politico cruciale per il Vecchio Continente, che ha come obiettivo il raggiungimento, avvenuto nel 1999, dell’unificazione economica-monetaria: è l’atto di nascita formale dell’Unione Europea. È un passaggio storico che porta a maturazione quel processo unitario iniziato con il Trattato di Roma del 1957, che aveva dato vita alla Comunità Economica Europea. Il trattato prende nome dalla città olandese dov’è stato sottoscritto il 7 febbraio del 1992, dai dodici paesi membri della CEE (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna). Dopo la firma è stato ratificato dai vari parlamenti nazionali (in Italia nell’ottobre del 1992), il cui assenso ne ha consentito l’entrata in vigore. Tra i nove punti dell’accordo, oltre all’unione economica-monetaria, si stabiliscono i criteri di una Politica estera e di sicurezza comune, si definiscono i poteri dell’europarlamento e si stabiliscono regole comuni in materia di visti e permessi di soggiorno. In questo e nei successivi trattati si parlerà di Ecu (dall’acronimo inglese European Currency Unit, o “Unità di conto europea”) per indicare la futura moneta unica. A partire dal Consiglio europeo di Madrid del 1995 si opterà per il nome Euro, come forma abbreviata di Europa. Una scelta motivata dal fatto che il termine “ecu” ha un significato preciso sia in inglese che in francese (in questo secondo caso traduce “scudo”).  Al contempo si scoprirà che nella lingua tedesca l’espressione “ein ecu”, cioè un ecu, genera lo stesso suono di eine kuh, ossia “una mucca”.

Nel 2013, dopo l’adesione della Croazia, l’Unione Europea arriva a contare 28 stati membri. Altre sei nazioni sono candidate ad entrarvi, l’ultima in ordine cronologico è l’Albania (con domanda approvata nel giugno del 2014). Nel referendum del 23 giugno 2016 il 52% dei votanti decide l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, da allora comincia il lungo percorso politico-istituzionale denominato Brexit, fino all’uscita del 31 gennaio 2020 quando inizia un periodo di transizione fino a fine anno.

VIENE FONDATA LA CASA EDITRICE EINAUDI

Il 15 novembre 1933 è stata fondata a Torino da Giulio Einaudi, figlio del futuro presidente della repubblica Luigi, l’omonima casa editrice.

Caratterizzatasi rapidamente per un’anticonformistica attenzione alla cultura straniera, specie anglosassone, contribuì, grazie anche alla collaborazione di intellettuali antifascisti (tra i quali C. Pavese, F. Chabod, L. Ginzburg, L. Salvatorelli, M. Mila), alla diffusione di temi e questioni tenuti ai margini dalla politica culturale del regime. Per questo subì l’arresto e il confino. Partecipò poi alla lotta partigiana. Dopo la Liberazione, riuscì a rinnovare la narrativa italiana promuovendo nuovi autori, continuando la riflessione politica e dando largo spazio alla produzione saggistica. Dopo un periodo di successi editoriali (con le collane Saggi, Coralli, Millenni, Centopagine, Gli struzzi, Biblioteca di cultura storica; e le grandi opere come Storia d’Italia, seguita dagli Annali; Enciclopedia; Storia dell’arte italiana), negli anni Ottanta si prospettarono anni difficili che portarono Einaudi, pur continuando a mantenere la presidenza fino a poco prima della morte, a dover cedere il controllo della casa editrice perchè afflitta da una grave crisi economica prima in amministrazione controllata e poi alla Arnoldo Mondatori editore.

VIENE APERTO IL MUSEO DEL LOUVRE

Era infatti l’8 novembre del 1793, pochi anni dopo l’inizio della Rivoluzione francese, quando lo storico palazzo, che originariamente era una fortezza e poi fu sede della monarchia francese fino al 1682 (quando i re si trasferirono a Versailles), fu ufficialmente trasformato in un museo. A dare piena attuazione al progetto fu un governo rivoluzionario, dopo che nel 1791 l’Assemblea nazionale costituente decretò la conversione dell’ex palazzo reale in uno spazio espositivo. Nacque così il Muséum central des arts de la République, che si arricchì sin da subito di importanti opere provenienti da ogni parte d’Europa: dal 1794 in poi, infatti, le vittorie dell’esercito rivoluzionario francese fecero affluire in patria un numero sempre maggiore di opere d’arte dai Paesi sconfitti.

Oggi il Museo del Louvre comprende oltre 380.000 tra oggetti e opere d’arte. Sono in esposizione permanente 35.000 opere, mentre sono 11.900 i dipinti (di cui 6.000 in esposizione permanente e i rimanenti conservati in deposito), che rappresentanola seconda più grande collezione di arte pittorica del mondo dopo quella del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo in Russia. E’ però il museo francese il più visitato del mondo: primo per numero di visitatori annui ancora nel 2018, con 10 milioni. Tra le opere più importanti custodite nel Louvre vi sono ovviamente la Gioconda e la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, ma anche le Nozze di Cana (Veronese), due Prigioni di Michelangelo Buonarroti, Bacco e Arianna di Giambattista Pittoni, Amore e Psiche di Antonio Canova, Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, La zattera della Medusa di Théodore Géricault, La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia, il Codice di Hammurabi.