PRIMO BIKINI DELLA STORIA

Il 5 luglio 1946 il sarto francese Louis Réard presenta ufficialmente un costume da bagno femminile in due pezzi che lascia la pancia scoperta: il bikini. Il costume era fatto con la carta di giornale e caratterizzato da una parte inferiore piuttosto ridotta.

Il nome richiama l’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari: Reard riteneva che l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto analoghi effetti esplosivi e dirompenti. Il costume era considerato talmente audace che tutte le modelle si rifiutarono di indossarlo; fu la spogliarellista Micheline Bernardini, allora ballerina diciottenne del Casinò di Parigi, ad accettare di fare da modella per Reard.

Per quasi dieci anni, il bikini fu considerato un tabù, qualcosa di proibito, di illecito e scandaloso: in molti degli Stati Uniti d’America era considerato illegale, e lo stesso Papa lo definì “peccaminoso”. A rendergli grazia, fu Brigtte Bardot che nel 1952, lo indossò nel film “Manina, la ragazza senza veli”, il cui titolo originale era proprio “The girl in the bikini”; fu solo nel 1962, però, che questo provocante modello di costume da bagno divenne popolare, grazie ad una famosissima scena del film “Licenza di uccidere” della serie Agente 007 in cui la splendidaUrsula Andress esce dall’acqua indossando un bikini bianco disegnato da Tessa Prendergast.

Il costume a due pezzi, comodo e seducente, iniziò presto ad essere introdotto in tutti i campi, dallo sport alla danza, e indossato da pallavolliste, attrici, pin up, ballerine di samba, e fu iniziato ad essere utilizzato nei concorsi di bellezza.

Oggi il bikini si è evoluto, e ha dato via a tanti modelli “strambi” come il trikini, il monokini, il tankini, il pubikini e persino il burquini (indossato da alcune donne arabe), ma resta una pietra miliare nella storia della moda e della nostra società.