CURIOSITA’ DEL GIORNO

11 MAGGIO 2022

I Mille sbarcano a Marsala«O Mille! in questi tempi di vergognose miserie – giova ricordarvi – l’anima si sente sollevata pensando a voi». La nostalgia che trapela dalle parole dell’Eroe dei due mondi dà il segno di quanto l’impresa eroica dei Mille abbia influito sul destino dell’Italia, regalando alla storia di questo paese e di tutti i popoli oppressi una pagina memorabile.

Soffiava aria di cambiamento in Italia dopo la Seconda Guerra di Indipendenza. La Lombardia era appena stata sottratta agli austriaci dal governo sabaudo di Vittorio Emanuele II e Cavour e il carisma di Giuseppe Garibaldi soffiava sugli animi delle altre popolazioni oppresse.
Proprio Garibaldi, reduce dalla vittoriosa campagna nella Lombardia settentrionale, condotta al comando dei Cacciatori delle Alpi contro l’esercito austriaco nel 1859,  era sempre più consapevole che, con le sue doti di trascinatore, avrebbe raccolto attorno a sé altri volontari per estendere l’impresa rivoluzionaria anche al Sud. Obiettivo su cui aveva trovato il valido sostegno dei mazziniani siciliani Francesco Crispi e Rosolino Pilo, esuli in Piemonte.

L’atteggiamento del governo piemontese, in particolare del presidente del Consiglio dei Ministri Cavour, era però attendista, preoccupato da un lato che la ribellione potesse estendersi ai domini papali, dall’altro di dover rassicurare alle diplomazie europee neutralità nei confronti dei moti insurrezionali contro  il Regno delle due Sicilie, retto da Francesco II.
Bisognava dunque attendere.

Quello che serviva era un “casus belli” che convogliasse il risentimento della popolazione meridionale contro i borbonici. Senza il supporto della gente locale l’impresa si sarebbe rivelata un suicidio militare
A rompere gli indugi fu l’episodio della rivolta palermitana della Gancia (4 aprile 1860), stroncata sul nascere ma che aveva animato altri moti insurrezionali nell’isola. Fu il segnale che si aspettava.
Immediatamente Garibaldi mise in moto la macchina della propaganda per attirare volontari e raccogliere quante più armi possibili. Intanto il governo sabaudo, formalmente fermo e contrario ai moti insurrezionali, mostrò ben presto il suo appoggio concreto a Garibaldi: due navi piemontesi, il Lombardo e il Piemonte, la sera del 5 maggio 1860 vennero “confiscate” dai garibaldini, nel porto di Genova.
Ovviamente il governo di Cavour aveva fatto ben poco per difenderle e una volta impossessatisi delle imbarcazioni, 1.162 soldati vi salirono, tutti rigorosamente in camicia rossa come il loro generale.

All’alba del 6 maggio salparono dallo scoglio di Quarto alla volta della Sicilia.
Dopo aver fatto rifornimento d’armi a Talamone (frazione di Orbetello, nel grossetano), sbarcarono in modo indolore, anche grazie alla presenza della marina militare inglese, a Marsala l’11 maggio del 1860.
Il 15 maggio avvenne il primo scontro con l’esercito borbonico nella Battaglia di Calatafimi, alla quale seguirono la conquista di Palermo, la battaglia di Milazzo e la caduta di Messina. Era chiaro che la maggioranza della popolazione locale fosse dalla parte dei Mille e l’eco delle rivolte che si svolsero in Sicilia in quei giorni arrivò ben presto anche alla parte continentale del regno delle due Sicilie. Il 7 settembre Napoli venne liberata nella battaglia di Volturno e il primo ottobre Francesco II e la sua corte furono costretti a fuggire.

Il 26 ottobre 1860, nel celebre incontro a Teano, Garibaldi consegnò le terre conquistate nelle mani di Vittorio Emanuele II, che ora aveva riunito sotto la sua corona tutta la penisola, ad eccezione di Veneto e Trentino, ancora in mano agli Austriaci, e del Lazio, dominio del Papato.

CREDITS: Almanacco del giorno